Corso di Fotografia del Prof. Nicola Gronchi
L'artista statunitense aveva già collaborato con l'azienda nel 2000 immortalando le danzatrici del corpo di ballo del coreografo Mark Morris, in quell'occasione la sensualità tipica del calendario era stata totalmente abolita in favore di forme scultoree, decapitate, che danno piena importanza all'espressione del corpo privandole di quella del viso.
Il concetto di donna che incarna il messaggio, è dunque sensibile alla rivoluzione sociologica(che l'artista ha peraltro vissuto) che ha visto le donne acquisire sempre più il diritto di esprimere le proprie potenzialità e di contribuire con successo nei più svariati ambiti.
La Leibovitz ha quindi optato per una location povera nella composizione, come nel contenuto, per dare risalto alla personalità del soggetto; il tutto amplificato dall'uso sapiente di focali idonee sposate ad una più che magistrale illuminazione facendoci fruire in primo piano le caratteristiche peculiari dell'ovale di ogni personaggio correggendone i difetti fisici più evidenti o comunque attenuandoli.
Le foto si compongono perlopiù di ritratti e in qualche caso di figure intere come ad esempio nella foto della tennista Serena Williams dove la Leibovitz ha fatto saggiamente uso di un'illuminazione laterale per accentuarne il più possibile l'importante muscolatura.
Serena Williams for Pirelli Amy Schumer for Pirelli
by Annie Leibovitz by Annie Leibovitz
Tratta le sue modelle come vere e proprie opere dell'arte pittorica trasformando Amy Schumer in una bagnante di Renoir in carriera piuttosto che enfatizzare il volto angelico dell'attrice e modella Natalia Vodianova trasformandola in una madonna: una composizione che rimanda inesorabilmente verso un'iconografia sacra della natività (probabilmente per i suoi studi di pittura) in chiave contemporanea.
Il fondale, pur essendo povero(due banali teli) si sposa perfettamente con la figura in primo piano con cui si bilancia a livello cromatico e chiaroscurale.
Natalia Vodianova for Pirelli
by Annie Leibovitz
Un mix esplosivo di semplicità formale e complessità tecnica ma soprattuto semiotico-comunicativa.
L'artista statunitense aveva già collaborato con l'azienda nel 2000 immortalando le danzatrici del corpo di ballo del coreografo Mark Morris, in quell'occasione la sensualità tipica del calendario era stata totalmente abolita in favore di forme scultoree, decapitate, che danno piena importanza all'espressione del corpo privandole di quella del viso.
Le protagoniste sono tredici donne che hanno raggiunto traguardi importanti nella vita professionale, sociale, artistica e sportiva.
In pieno accordo con le direttive di Pirelli e con il proprio stile, l'opera della Leibovitz non presenta immagini di nudo integrale; fatto che testimonia la volontà dell'artista di non ridurre la femminilità alla sola estetica del corpo femminile, concentrando piuttosto l'attenzione del fruitore su tratti espressivi e pose che rimandano ad una attività sociale, in una qualche misura agonistica.
Il concetto di donna che incarna il messaggio, è dunque sensibile alla rivoluzione sociologica(che l'artista ha peraltro vissuto) che ha visto le donne acquisire sempre più il diritto di esprimere le proprie potenzialità e di contribuire con successo nei più svariati ambiti.
La Leibovitz ha quindi optato per una location povera nella composizione, come nel contenuto, per dare risalto alla personalità del soggetto; il tutto amplificato dall'uso sapiente di focali idonee sposate ad una più che magistrale illuminazione facendoci fruire in primo piano le caratteristiche peculiari dell'ovale di ogni personaggio correggendone i difetti fisici più evidenti o comunque attenuandoli.
Le foto si compongono perlopiù di ritratti e in qualche caso di figure intere come ad esempio nella foto della tennista Serena Williams dove la Leibovitz ha fatto saggiamente uso di un'illuminazione laterale per accentuarne il più possibile l'importante muscolatura.
by Annie Leibovitz by Annie Leibovitz
Tratta le sue modelle come vere e proprie opere dell'arte pittorica trasformando Amy Schumer in una bagnante di Renoir in carriera piuttosto che enfatizzare il volto angelico dell'attrice e modella Natalia Vodianova trasformandola in una madonna: una composizione che rimanda inesorabilmente verso un'iconografia sacra della natività (probabilmente per i suoi studi di pittura) in chiave contemporanea.
Il fondale, pur essendo povero(due banali teli) si sposa perfettamente con la figura in primo piano con cui si bilancia a livello cromatico e chiaroscurale.
Natalia Vodianova for Pirelli
by Annie Leibovitz
Un mix esplosivo di semplicità formale e complessità tecnica ma soprattuto semiotico-comunicativa.
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