lunedì 30 novembre 2015

Metodologie e Tecniche della Comunicazione

Lezione tenuta all'Accademia di Belle Arti Pisa
Corso di Metodologie e Tecniche della Comunicazione del Prof. Christian Marinari



ABC
della Comunicazione
L
a comunicazione in ogni sua forma e tipologia è a tutti gli effetti un'interazione che costituisce un complesso che dà accesso ad uno spazio condiviso tra individui.
La dinamica comunicativa è modulata da interlocutori, che combinando concetti ed emozioni in base alle proprie esigenze e al proprio bagaglio culturale, si sintonizzano l'un l'altro in un processo autopoietico di scambio di informazioni.





P
ossiamo immaginare il processo comunicativo come un loop continuo con regole vincolanti ma non fisse che vertono al raggiungimento di un equilibrio compositivo.
L'armonia quindi non è altro che un buon compromesso tra le variabili in gioco.


Quindi la struttura in un aspetto grafico fatta di visual e copy, avrà la sua armonia quando ci sarà giusta mescolanza e connessione tra immagine e testo posti in ordine gerarchico, atte ovviamente ad un processo narrativo fatto di concetto ed emozione.
Ecco qui in basso un esempio a dir poco esemplificativo di cui ho parlato sin d'ora.
Questa pubblicità di Volkswagen attinge dai principi  di giusta mescolanza tra immagine e testo ponendo in rilevanza quelli che sono i limiti del prodotto sfruttandoli a proprio vantaggio grazie all'uso di un'affermazione attenuante, quindi di un understatment, creando un racconto ironico, un vero e proprio negative approach.
La composizione è rigorosa, pulita e ordinata e questo già aiuta in una prima lettura più superficiale dello schema compositivo.

L'
importanza delle grandezze del corpo testo e dell'immagine enfatizza il messaggio già ben definito della headline: think small;
si invita quindi l'interlocutore con una frase ferma e incisiva, ma allo stesso tempo ironica, a pensare che il piccolo sia la cosa che fa per lui, che pensare Volkswagen sia giusto o addirittura l'alternativa.
E' fondamentale quindi avere ben chiaro il tipo di affermazione da comunicare, che può essere un'affermazione esagerata,un'overstatement, piuttosto che un'understatement come nel caso di "think small", cioè di un'attenuazione.












I processi di sintesi cognitiva portano quindi ad avere infinite possibilità comunicative giocando tra intertestualità ossia attingendo dalla propria eredità culturale, dalle ambiguità dialettiche (ovvero il doppio senso, l'ironia ecc...) per stabilire anche una connessione con il linguaggio popolare, e le immancabili figure retoriche.

Ovviamente da un'affermazione noi possiamo trarne sia l'intensità con cui questa ci viene posta che l'intenzione che l'affermazione pone come possiamo notare in questa campagna pubblicitaria alquanto auto-esplicativa.


Questi sono gli strumenti basilari per la realizzazione di una buona dinamica comunicativa, legata con particolare attenzione al linguaggio pubblicitario.




Per cui vi abbandono.
                        





lunedì 16 novembre 2015

Fotografia

Lezione tenuta all'Accademia di Belle Arti di Pisa
Corso di Fotografia del Prof. Nicola Gronchi









R
obert Doisneau

Nasce in Francia nel 1912, inizia la sua carriera artistica come litografo e scultore e solo successivamente arriva alla fotografia incentrandosi sullo studio della tecnica fotografica.
E' ricordato come reporter per l'agenzia RAPHO e come fotografo industriale ufficiale per l'azienda Renault.
La sua particolarità è quella di rubare i momenti che immortala in maniera istantanea dalla movimentata vita della periferia parigina, in certi casi dando una rappresentazione umoristica dei personaggi dei suoi scatti, personaggi sempre quasi sempre in movimento.








Robert Mapplethrope
Ha fatto moltissimi ritratti in studio, still life (soprattutto di fiori e piante), fotografa in bianco e nero ed ha una estrema cura dell'inquadratura e dell'uso della luce.
Nasce nel Queens nel 1946 , a soli 16 viene sorpreso mentre tenta di rubare da un negozio di Times Square un giornaletto pornografico gay.
“ pensavo che se avessi potuto in qualche modo renderli arte, se avessi potuto mantenere quella sensazione, avrei creato qualcosa di unicamente mio”.
Inizia a fotografare con una Polaroid ma è con l’uso dell’Hasselblad (l'unica che supporta il negativo quadrangolare 6x6) che può finalmente mettere in pratico il tecnicismo che lo ha reso celebre.
E' realizzata in studio la maggioranza dei suoi scatti passando da temi più comuni fino a ritratti di celebrità tra cui Andy Warhol, Deborah Harry, Patti Smith e Amanda Lear, soggetti sadomaso e studi di nudo soprattutto maschili con qualche eccezione di nudi femminili.










Enfatizza la muscolatura dei suoi modelli con una luce radente laterale, caratteristica che lo paragona ai nudi Michelangioleschi piuttosto che a Caravaggio per l'uso sapiente della composizione delle luci.








Era anche appassionato di still life soprattutto riguardo fiori perché attratto dalle forme geometriche naturali sperimentandone la trasparenza; fotografie caratterizzate da un'estrema semplicità formale curata in maniera maniacale dal punto di vista compositivo e chiaroscurale.









Sebastiao Salgado

Nato nel 1944 in Brasile, attualmente vive a Parigi; considerato uno dei più grandi fotografi con una vastissima produzione di reportage e ritratti.
Si avvicina all’Agenzia Sygma, poi Gamma per approdare infine alla Magnum occupandosi soprattutto di reportage di carattere socio-umanitario.
Utilizza principalmente la Leica per la sua versatilità d’uso, soprattutto per il reportage, la qualità delle ottiche e robustezza della macchina.
“ Diversamente dal cinema e dalla televisione , la fotografia ha il potere di produrre immagini che non sono dei piani continui ma dei ritagli di piani: frazioni di secondo che raccontano delle storie complete”dice il fotografo Brasiliano naturalizzato Parigino.
Troviamo molte scene di vita soprattutto per quanto riguarda il suo viaggio in Africa, ma in generale dei suoi viaggi.



Steve Mccurry

Fotografo e fotoreporter americano datato 1950, studia fotografia e cinema alla Penn State University laureandosi infine nel 1974 in teatro.
Realizza per due anni reportage in India per poi continuare a documentare conflitti internazionali tra cui le guerre in Iran e Iraq, Beirut, Filippine, Afghanistan e la Guerra del Golfo, fotografando  i volti dei civili devastati dalla guerra.
Nella resa fotografica si contraddistingue per l'uso del colore pieno quasi 'ipersaturato', dai forti toni e da schemi cromatici particolarmente complessi con cui preme per enfatizzare la staticità e la forte carica espressiva dei suoi soggetti.

Il suo scatto più famoso è lo scatto che ritrae la ragazza afgana, definita come la fotografia più riconoscibile nella storia della celeberrima rivista National Geographic.



Terry O’Neill


Nasce in Inghilterra nel 1938, la sua carriera di fotografo all’età di 22 anni e cominciò presto a collaborare come freelance con le riviste Vogue, Paris Match e Rolling Stone.

T
utt'ora lavora a Londra dove continua con i suoi ritratti a famosi artisti m
usicali e dello spettacolo.





I suo
i legami con il mondo Hollywood hanno contribuito all’immenso successo di O’neill a livello internazionale. 






H
a fotografato i Beatles, Rolling Stones, varie star di Hollywood, fino ad arrivare ad essere nominato fotografo ufficiale della famiglia di Buckinghman Palace.






Nei suoi scatti emerge chiaramente come la complicità che il fotografo stabilisce con i soggetti rendendoli spontanei e naturali, metta in luce un riflesso veritiero della natura di questi ultimi.

In ogni opera d’arte si esprime una forma originale creata dalla fantasia di un autore determinata dalla sua sensibilità, dal riflesso della cultura e della società a lui contemporanea, piuttosto che da i materiali con cui l'opera stessa comunica ed è elaborata; in effetti l'opera d'arte lancia un messaggio che supera il tempo e il luogo in cui è stata creata, per diventare un simbolo o una delle icone della storia poiché l'arte è da sempre stata soprattutto comunicazione: la fantasia degli artisti si scatena nel realizzare immagini che hanno quasi sempre un significato simbolico ed un valore sociale da dover comunicare.

Nel caso della Fotografia, si può quindi giungere alla conclusione logica che ogni singola fotografia è un qualcosa di unico.
Dobbiamo partire però col presupposto che la fotografia non 
riprodurrà mai un oggetto per come è, quale essenza oggettiva di alcunché.
 "Una tal cosa non esiste" cit. Berenson. 
 "Innumerevoli fotografie scattate nelle medesime condizioni ottiche non daranno mai risultati assolutamente identici" cit. Schwarz.

Una riproduzione infatti non può essere mai qualcosa di amorfo, dietro c’è sempre una scelta formale e comunicativa; secondo U. Mulas il fotografo è di fatto prima che un esecutore, un critico: "è cosi che lui si definisce il cui compito però non è quello di giudicare bensì di darci una chiave di lettura di un’opera".

Fino all’avvento del digitale la fotografia è sempre stata avvolta da un’aura di verità infatti se un evento è riprodotto fotograficamente allora è reale, come se la fotografia fosse realmente, come amavano definirla i pittori all’epoca della sua invenzione per denigrare questa nuova forma espressiva, " quell’arte automatica ".


Di fatto le differenze tra le varie tipologie di arti sono del tutto insignificanti poiché ogni artista, indipendentemente dal mestiere a lui più affine, dà al fruitore la possibilità di osservare l'immagine prodotta attraverso il suo occhio, il cosiddetto occhio dell'artista.

Negativo Chimico e Negativo Digitale: il Raw 
Negativo fotografico chimico 
Gli elementi fondamentali che caratterizzano il negativo fotografico chimico sono essenzialmente quattro :
• il negativo è un punto di passaggio per poter fruire delle immagini con esso riprese e questo comporta un passo ulteriore: la stampa.
• Se conservato correttamente il negativo costituisce anche la prova inconfutabile della paternità dell’opera.
• Da un negativo è possibile ottenere infinite stampe, anche profondamente diverse l’una dall’altra.
• Nel negativo sono comprese molte più informazioni di quante possano essere rappresentate su un qualsiasi metodo di stampa ed è per questo che è possibile ottenere diverse interpretazioni dello stesso negativo.
Negativo digitale
Attraverso il formato grezzo RAW in realtà abbiamo uno strumento con le stesse potenzialità di un negativo chimico.Con il termine Raw, grezzo dall’inglese, si definisce il formato di ripresa digitale costituito dai dati scaricati direttamente da un sensore, prima che il software interno alla fotocamera intervenga con tutta una serie di regolazioni.
Considerato il fatto che il formato Raw, analogamente alla pellicola negativa , è un formato transitorio, di passaggio, da questo infatti si potranno ottenere dei formati come Jpeg o Tiff, ma MAI si potrà creare un Raw da un qualsiasi altro tipo di formato, per cui gli scatti in Raw costituiscono una prova inconfutabile della paternità della foto.
Un altro punto a favore dell’utilizzo di questo formato è costituito dal fatto che i software utilizzabili per la conversione sono in continuo sviluppo e ad ogni versione vengono aggiunte caratteristiche e potenzialità nuove.
Il formato grezzo Raw rispetto al negativo chimico ha il grande vantaggio che di essere duplicato senza alcuna perdita d’informazione in modo da avere un’ulteriore garanzia sulla conservazione dell’archivio fotografico.
L’impiego del formato Raw in ripresa consente la regolazione di tutti i parametri dopo la ripresa senza costituire compromessi qualitativi quindi  posso correggere senza perdere qualità.

Conservazione e archiviazione
Le immagini digitali sono un insieme di numeri binari che richiedono l’uso di un computer, o comunque di uno strumento di lettura digitale del supporto per essere tradotti in immagine visibile e fruibile.

La Pellicola e il Sensore
La fotocamera analogica “scrive” con la luce su un supporto chiamato pellicola, rispettando il percorso tra obiettivo, diaframma ed otturatore che determina il tempo di esposizione.
Lo stesso avviene con una fotocamera digitale dove, al posto della pellicola collocata sul piano focale, trova posto un sensore in grado di convertire i fotoni in segnali elettrici.
L’immagine fotochimica è caratterizzata dalla qualità specifica del supporto su cui viene memorizzata, differenziato su ogni emulsione in sensibilità, contrasto, rendimento cromatico e nitidezza.
In pellicola è in pratica impossibile raggiungere l’indistruttibilità assoluta delle informazioni contenute, che con il tempo andranno perdute o comunque sensibilmente deteriorate.
La pellicola mantiene dunque caratteristiche specifiche con l’indubbia possibilità di creare immagini anche senza energia elettrica. 

mercoledì 11 novembre 2015

Graphic Design

Lezione tenuta all'Accademia di Belle Arti di Pisa
Corso di Graphic Design del Prof. Giorgio Ott


Il Graphic Designer si occupa principalmente di creare oggetti visivi, atti anche adper essere stampati, pubblicati o trasmessi tramite i media digitali, tramite il testo e le immagini, con l'intento di comunicare un messaggio ai consumatori nel modo più semplice ed efficace possibile, tramite la combinazione di una componente visiva e testuale.
Con l'avvento della Seconda Rivoluzione Industriale, quindi con l'aumento della competitività produttiva tra aziende, nasce il bisogno di attrarre l'attenzione del consumatore verso i propri prodotti, in maniera semplice ed efficace.

Le mansione del graphic designer in genere sono:
• progettazione e realizzazione di comunicazioni pubblicitarie sia online che  offline.
• creazione di prodotti editoriali.
• Packaging, ovvero la progettazione del confezionamento del prodotto sia per quanto riguarda la forma 'architettonica' piuttosto che quella grafica.




Toulouse Loutrec
Henri de Toulouse-Lautrec in una foto dell'epocaE' stato un pittore francese, tra le figure più significative dell'arte del tardo Ottocento.
Lautrec appartiene a quella schiera di artisti che hanno creato un po’ le basi del design contemporaneo, fine ottocento e inizio novecento.











Leonetto Cappiello
I
l pittore livornese incarna quella che è la prima figura del 
grafico pubblicitario moderno.
Con il manifesto per la Chocolat Klaus, Cappiello 
rivoluziona i canoni della grafica pubblicitaria.
Realizza infatti manifesti caratterizzati 
da personaggi che non hanno più 
attinenza diretta con il prodotto da pubblicizzare,
ma creando un'immagine- marchio altamente riconoscibile.







Marcello Dudovich
Mentre con Dudovitch si mantiene quella veste illustrativa
portando però in primo piano il prodotto da
pubblicizzare










Fortunato Depero
Tra pittura e scultura, l'artista si è destreggiato nella pubblicità
portando quella vena Futurista a cui era particolarmente legato.

http://www.aibmproject.it/wp-content/uploads/2014/05/campari-vintage-depero.png



Paul Rand
http://imjustcreative.com/wp-content/uploads/paul-rand.jpg

Conosciuto per il redesign del logotipo della ditta IBM e per la progettazione del marchio della Westinghouse
https://jimmydaviesfdgd.files.wordpress.com/2011/11/paul-rand-2.png?w=640&h=883http://logok.org/wp-content/uploads/2014/12/Westinghouse-Electric-logo.png


Saul Bass

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/2/25/The_Shining_poster.jpg
Si dedicò a realizzare loghi e immagini coordinate per numerose celebri aziende, riuscendo sempre ad avere una coerenza stilistica, ma soprattutto viene ricordato come l’uomo che ha fatto diventare le sequenze introduttive di film rendendone una vera e propria forma d’arte.





Bob Noorda








È stato uno dei designer più conosciuti, architetto olandese naturalizzato italiano.
A partire dagli anni sessanta, si è affermato come uno dei principali protagonisti del rinnovamento della grafica italiana del novecento .






Milton Glaser


Tra i maggiori grafici dell’età contemporanea, principalmente conosciuto per il celeberrimo logo I Love New York e il celeberrimo manifesto di Bob Dylan.





Stefan Sagmeister





Designer e tipografo austriaco, 
Sagmeister è considerato uno dei più importanti graphic designer contemporanei.
Noto soprattutto per i suoi manifesti ,
per le sue copertine di dischi, come quello del cantante Lou Reed, 
e per le sue prese di posizione provocatorie .




• Jessica Walsh


C
onsiderata la più talentuosa graphic designer a soli 29 anni, l'artista americana
insegna alla Scuola di Arti Visive a New York design e tipografia.
E' stata la compagna di Sagmeister e con lui collabora frequentemente.
Il suo repertorio è particolarmente vasto, dalla grafica al product design, dal web design alle installazioni multimediali.




I Formati Standard Tipografici

Le dimensioni standard della carta forniscono al graphic designer e allo stampatore un mezzo efficace e pratico per comunicare le specifiche del prodotto.
Lo Standard Internazionale del formato carta, l’ISO 216, si basa sullo standard tedesco DIN 476.Esistono anche altre due codifiche che riguardano gli standard, ovvero quelle in B(relative ai libri) e quelle in C (riferito alle buste).


Uno degli aspetti fondamentali dell'impaginazione è il Layout, ovvero il modo più efficace di disporre gli elementi di una composizione grafica (estendibile in effetti a qualsiasi campo di rilevanza artistica)
Il layout è quindi in questo caso la composizione di una eventuale pagina di giornale piuttosto che di un manifesto, il giusto compromesso tra immagini e copy.

Le tipologie di immagini sono fondamentali e di base ne esistono due:
l'Immagine Raster, composta da Pixel disposti su una griglia, caratterizzata da una risoluzione fissa e per questo mediamente duttile per la sua peculiarità di perdere risoluzione nel caso di un ingrandimento.
L'Immagine Vettoriale è formata da oggetti ridimensionabili, definiti da equazioni matematiche e tracciati, (ovvero le curve di Bézier) caratteristica che la rende utilizzabile ad ogni tipo di ingrandimento senza perdita di risoluzione.