Lezione tenuta presso Accademia di belle arti Alma Artis Academy
Lezione di Fotografia tenuta dal docente Nicola Gronchi.
La fotocamera analogica “ scrive “ con la luce su un supporto chiamato pellicola rispettando il percorso tra obiettivo, diaframma ed otturatore che determina il tempo di esposizione.
Lo stesso avviene con una fotocamera digitale dove, al posto della pellicola collocata sul piano focale, trova posto un sensore in grado di convertire i fotoni in segnali elettrici.
Però, purtroppo, la pellicola non può mantenere per sempre le informazioni contenute.. con il passare del tempo queste informazioni andranno perdute o gravemente danneggiate.
Ma con la pellicola abbiamo la possibilità di creare immagini anche senza energia elettrica.
Il sensore:
Con il sensore ( componente elettronico) la fotocamera registra le immagini.
Il sensore trasfroma l’immagine percepita sotto forma di luce in segnali elettrici analogici ( si ripete ogni qual volta scattiamo una fotografia ) poi convertiti in digitale con un processo ripetibile ad ogni scatto.
Analogamente alla pellicola il sensore riproduce il colore attraverso la sintesi additiva RGB oppure sottrattiva CMY
• R G B ovvero rosso verde e blu.
• C M Y ovvero ciano magenta e giallo.
Ma tornando alla pellicola sappiamo che la maggiore o la minore sensibilità si ottiene attraverso la forma e le dimensioni dei cristalli di alogenuro d’argento in sospensione nella gelatina.
Le pellicole con grana molto fine consetono di produrre immagini molto nitide, mentre quelle con grana rossa sono indicate per riprendere i soggetti in rapido movimento.
Le pellicole sono sensibili tra i 25 e i 100 ISO sono caratterizzate da una grana molto fine e quindi sono adatte nei casi in cui sia richiesta la massima nitidezza dei dettagli.
Addentrandoci sempre più nella materia siamo passati alla suddivisione tra compatte e reflex.
Compatte:
Una compatta digitale è comoda, pellicola però mi da un risultato medio e poi non è sistema versatile e implementabile.
Ma l’introduzione del monitor LCD di visione ha aggiunto alle fotocamere compatte digitali la possibilità di vedere l’immagine inquadrata dall’obiettivo esattamente come avviene sulla fotocamera; ed un altro vantaggio a favore delle compatte rispetto alle reflex è che le compatte non fanno rumore durante lo scatto.
Reflex:
Le reflex digitali offrono una maggiore gamma dinamica rispetto alle compatte grazie al sensore più grande che riesce ad immagazzinare informazioni maggiori e quindi a fornire migliori dettagli.
L’immagine visibile nel mirino di una reflex è otticamente la stessa che impressionerà il sensore all’atto dello scatto.
Il fondamento di questo sistema si basa su uno specchio posto a 45° dietro l’obbiettivo che, durante l’inquadratura, riflette la luce verso lo schermo di messa a fuoco quindi al pentaprisma ed infine nel mirino oculare.
Al momento dello scatto lo specchio si alza e, dopo la chiusura del diaframma al valore prestabilito , le immagini raggiungono ed espongono il sensore per il tempo prescelto con il tempo di posa.
Nelle fotocamere reflex digitali ci sono diversi tipi di messa a fuoco, come ad esempio :
• Messa a fuoco automatica singola
• Messa a fuoco automatica multipla
• Macro
• riconoscimento volto
• infinito.
Elemento importante da impostare quando scattiamo con una reflex è la profondità di campo.
La profondità di campo è lo spazio precedente e successivo rispetto al punto in cui è regolata la messa a fuoco entro il quale però tutti i soggetti risultano comunque nitidi.
Successivamente alla fase di messa a fuoco, è possibile intervenire sull’ampiezza della profondità di campo nitido agendo sulla chiusura del diaframma.
Impostando un diaframma chiuso ed attivando il pulsante della profondità di campo sarà possibile percepire visivamente l’estensione ottica di nitidezza legata al diaframma.
Il diaframma:
il diaframma chiuso offre una estesa profondità di campo mentre il diaframma chiuso offre una ridotta profondità di campo.
Altro elemento he determina una maggiore o minore profondità di campo è la focale del nostro obiettivo.
Per quanto riguarda gli obiettivi, ce ne sono di tre tipi :
• Obiettivo Grandangolare
- questa è una foto scattata con un obiettivo grandangolare.
-foto scatta con un obiettivo normale.
- foto con teleobiettivo
L’obiettivo grandangolare ( 28-25 mm ) è quello che posso usare nei paesaggi.
L'Obiettivo normale è considerato il 50 mm che corrisponde alla nostra visione dell’occhio.
Il Teleobiettivo ( 70 mm- 135mm fino a salire).
Altri argomenti trattati sono stati l'esposizione, l'apertura del diaframma, la misurazione della luce e l'otturatore.
Esposizione : il termine esposizione indica il tempo durante il quale l'elemento sensibile, resta esposto alla luce che passa attraverso il sistema ottico ; più spesso, in gergo tecnico, la stessa parola indica la quantità totale di luce che nel suddetto periodo passa attraverso il sistema ottico.
La scelta della corretta esposizione permette di eseguire uno scatto ben equilibrato e di evitare che parti dell’immagine risultino bruciate e quindi impossibili da recuperare anche in fotoritocco.
La stessa scena, fotografata con diverse combinazioni tempo diaframma, avrà la stessa luminosità, ma non le stesse caratteristiche fotografiche. Allungando il tempo di posa di uno stop e chiudendo il diaframma di un equivalente stop, si otterrà una stessa esposizione, ma l’immagine conseguente avrà effetti di movimento e di estensione di nitidezza diversi.
• Il diaframma aumenta o riduce la quantità di luce che raggiunge il sensore ma concorre congiuntamente a determinare la profondità di campo
• Per quanto riguarda la misurazione della luce , il suo compito è affidato all'esposimetro, costituito da un sensore posto in prossimità del pentaprisma.
Ci sono due tipi di misurazione :
- misurazione a luce riflessa
&
- misurazione a luce incidente
La misurazione a luce riflessa è quella effettuata dalle normali fotocamere che vengono puntate verso il soggetto per rivelarne la luce.
La misurazione a luce incidente, invece, viene effettuata puntando l’esposimetro esterno dal soggetto verso la fotocamera.
L'otturatore è costituito da tendine lamellari che scorrono in modo verticali al momento dello scatto aprendo un varco attraverso cui passa la luce.
Il tempo di apertura dell’otturatore, espresso in frazioni di secondo ( es. 1/30) determina la quantità di luce che giunge al sensore e viene scelto in base alle indicazioni fornite dall’esposimetro.
Più il tempo di scatto è veloce ( es. 1/500, 1/1000) maggiori possibilità avrò di “ congelare “ il soggetto in movimento , al contrario, con tempi lenti ( es. 1/15, 1/8 ) avrò un effetto mosso sulla foto.
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